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Fiaba - Текст песни La Stanza Dei Profumi
nello stagno 
 Gebbia conduce Pauro a palazzo, attraverso lo stagno, mostrandogli segreti delle rane che nessun uomo ha mai visto prima d'ora, sino ad arrivare alla splendida stanza dei profumi. ebbro delle essenze emanate dalle ampolle, lo straniero accetta la corte della regina, che promette di lasciarlo andare dopo una notte d'amore. 
 una guardia (recitativo) 
 vostra Grazia.... è appena rinvenuto. 
 Pauro 
 La regina 
 delle rane prende la mia 
 mano grande, 
 ci tuffiamo dentro l'acqua 
 mole insieme 
 e nuotiamo fino a che, 
 danzando brilla 
 un riflesso in superficie. 
 sopra l'acqua 
 una luce gialla tenue, 
 risaliamo, 
 siamo dentro ad una zucca, 
 tutto intorno 
 è scavato sulla scorza, 
 sembra come 
 una vecchia biblioteca. 
 Luce filtra 
 dalle parti più sottili, 
 giro a giro 
 ogni nicchia una bottiglia, 
 strane forme, 
 differenti, tutte piene, 
 lei mi spiega: 
 Gebbia 
 E' la stanza dei profumi. 
 Gebbia (recitativo) 
 Tu puoi inebriarti con queste essenze 
 che gli umani non conoscono, 
 se non sanno neanche dov'è la città delle rane...! 
 Pauro (recitativo) 
 Si... in effetti mi gira la testa. 
 Pauro 
 Luce filtra... 
 giallo ocra... 
 dalle nicchie... 
 giro a giro... 
 Gebbia, la regina, Fiaba - La Stanza Dei Profumi - http://ru.motolyrics.com/fiaba/la-stanza-dei-profumi-lyrics.html
 mi fa un cenno con lo sguardo, 
 di seguirla penso presto mi dirà. 
 S'una nicchia 
 striscia il dito 
 picchia il perno, 
 s'apre un uscio, 
 porta ad una stanza verde. 
 Dal soffitto pendono 
 gioielli che le rane hanno 
 trovato in fondo a stagni e laghi 
 d'ogni tempo, scendono 
 dal tetto fili fragili di 
 paglia sfilacciati dalla 
 muffa, a stento reggono i 
 monili luccicanti come 
 tanti lampadari 
 Anelli di: amanti strangolate al fiume, 
 passanti distratti leggeri come piume. 
 Pauro e coro 
 Monili caduti giù dai pontili, 
 di: morti annegati o sventurati vivi. 
 C'è anche un anello 
 che stavo cercando, 
 che persi una volta 
 ma non ricordo quando. 
 Gebbia 
 Credete ch'io pensi 
 che voi siate scaltro? 
 se già v'appartiene 
 prendetene un'altro. 
 Gebbia (recitativo) 
 Prendetene un'altro... 
 un dono prezioso vi voglio io fare; 
 di rado un bel giovane posso ammirare, 
 Volete fuggire da qui...? lo capisco... 
 se v'amo vi giuro, nessuno tradisco. 
 Vi prego soltanto una notte d'amare 
 e dopo, partite... vi lascerò andare. 
 Vieni o mio bel giovane, 
 coricati vicino a me, 
 sono lenzuola di ninfea ancora umide, 
 senti come sono viscide e morbide.










